In questa sezione riportiamo i profili di alcuni autori contemporanei che, secondo noi, costituiscono dei punti di riferimento fondamentali per la critica alla colonizzazione mercantile dell'immaginario.
Le loro opere si innestano sulle storie della filosofia, della psicologia, dell'economia e di altre discipline sviluppandole criticamente nella ricerca di forme sociali più giuste, libere ed ecologicamente sostenibili.

  • Mark Fisher, Realismo capitalista, Produzioni Nero, 2018

  • Simone Weil, Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale, Adelphi, 2015

  • Byung-Chul Han, Perché oggi non è possibile una rivoluzione. Saggi brevi e interviste, Nottetempo, 2022

  • Byung-Chul Han, Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale, Einaudi, 2022

  • Nicola Chiaromonte, Credere e non credere, pp. 699-914, in Lo spettatore critico. Politica, filosofia, letteratura, I Meridiani, Mondadori, 2021

  • David Graeber e David Wengrow, L'alba di tutto. Una nuova storia dell'umanità, Rizzoli, 2022

  • David Graeber, Debito. I primi 5.000 anni, Il Saggiatore, 2012

  • Emmanuel Todd, Breve storia dell'umanità. Dall'homo sapiens all'homo oeconomicus, LEG, 2019

  • Robert Pogue Harrison, Foreste. L'ombra della civiltà, Garzanti, 1995

  • Yuval Noah Harari, Homo Deus. Breve storia del futuro, Bompiani, 2018

  • Yuval Noah Harari, 21 lezioni per il XXI secolo, Bompiani, 2019

  • Alexander Langer, Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, 1996

  • Peter Brannen, The Ends of the World, Oneworld, 2017

  • Elizabeth Kolbert, La sesta estinzione, Neri Pozza, 2014

  • Roy Scranton, Learning to die in the Anthropocene, City Lights Books, 2015

  • Amitav Ghosh, La grande cecità, Neri Pozza, 2017

  • Marc Augé, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, 1993

  • André Gorz, Ecologica, Jaca Book, 2009

  • Naomi Klein, This Changes Everything, Penguin, 2014

  • Serge Latouche, L'invenzione dell'economia, Bollati Boringhieri, 2010

  • Deborah Danowski ed Eduardo Viveiros de Castro, Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine, Nottetempo, 2017

  • Alessio Cernicchiaro, Günther Anders, la Cassandra della filosofia. Dall'uomo senza mondo al mondo senza uomo, Petite Plaisance, Pistoia 2014

  • Viktor Mayer-Schönberger, BIG DATA. Una rivoluzione che trasformerà il nostro modo di vivere e già minaccia la nostra libertà, Garzanti, Milano 2013

  • Evgenji Morozov, Internet non salverà il mondo, Bompiani, Milano 2014

  • Thomas Piketty, Il capitale nel XXI secolo, Bompiani, Milano 2014

  • Nicholas Carr, La gabbia di vetro. Prigionieri dell'automazione, Cortina, Milano 2015

  • Byung-Chul Han, Nello sciame. Visioni del digitale, Nottetempo 2015

  • Byung-Chul Han, Razionalità. La fine dell'agire comunicativo, GoWare, Firenze 2014

  • Byung-Chul Han, La società della trasparenza, Nottetempo 2014

  • Byung-Chul Han, Eros in agonia, Nottetempo 2013

  • Byung-Chul Han, La società della stanchezza, Nottetempo 2012

  • Jonathan Franzen, Il progetto Kraus, Einaudi 2014

  • Vanni Codeluppi, Ipermondo, Laterza 2013

  • Jaron Lanier, Tu non sei un gadget, Mondadori, 2010

  • Jaron Lanier, La dignità ai tempi di internet, Il Saggiatore 2014

  • Yuval Noah Harari, Da animali a dei, Bompiani 2014

  • Marco Gui, A dieta di media, Il Mulino 2014

  • Nadia Urbinati, Democrazia in diretta, Feltrinelli 2013

  • Barbara Volpi, Gli adolescenti e la rete, Carocci 2014

  • Howard Gardner-Katie Davis, Generazione APP, Feltrinelli 2014

  • Evgenij Morozov, L'ingenuità della rete, Codice 2011

  • Frank Shirrmacher, La libertà ritrovata. Come (continuare a) pensare nell'era digitale, Codice 2010

  • Nicholas Carr, Internet ci rende stupidi?, Cortina 2011

  • Roberto Casati, Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere, Laterza 2012

  • Manfred Spitzer, Demenza digitale, Corbaccio 2013

  • Eli Pariser, Il filtro. Quello che internet ci nasconde, Il Saggiatore 2012

  • Luciano Gallino, Il colpo di stato di banche e governi, Einaudi 2013

  • Bassetti Remo, Cosa resta della democrazia, Nutrimenti 2014

  • Theodor Wiesegrund Adorno (1903-1969; filosofo, sociologo e musicologo tedesco)

    • Provenendo da una formazione marxista, ha messo in luce la natura dialettica della modernità e del progetto autoritario dell'uomo sulla natura, legato ad una concezione illuministica della ragione. In tal modo, è riuscito ad evidenziare i rischi alienanti cui va incontro la soggettività in una cultura sempre più industrializzata.

      Opere principali: Dialettica dell'Illuminismo (con Max Horkheimer), Minima Moralia, Dialettica negativa.

  • Günther Anders (1902-1992; filosofo tedesco)

    • Mentre la capacità di produrre dell'uomo sembra illimitata, la sua capacità di immaginare è limitata. Perciò, l'uomo è stato superato dai suoi stessi manufatti, nei confronti dei quali egli si sente inferiore ("dislivello prometeico"), provando vergogna per la propria "imperfezione". La bomba atomica è insieme il miglior esempio di prodotto la cui portata va al di là dell'immaginazione umana e la più grave minaccia che l'uomo deve affrontare. Malgrado nulla permetta di sperare nella concreta possibilità di cambiare le cose, la lucida convinzione che la storia non sia "finita" rende sensata e doverosa non solo la critica teorica ma anche l'azione propositiva e di denuncia.

      Opere principali: L'uomo è antiquato voll. 1 e 2, Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki.

  • Franco Basaglia (1924-1980; psichiatra italiano)

    • Dal suo impegno è nata la legge 180 del 1978 con la chiusura degli ospedali psichiatrici, sostituiti da centri di igiene mentale e comunità. Con grandi resistenze e difficoltà, si è così aperta un'esperienza basata sulla denuncia del carattere oppressivo e ideologico delle istituzioni psichiatriche orientate al controllo sociale più che alla salute. La sua "utopia concreta" era che la clinica potesse divenire un laboratorio per nuove forme di relazioni sociali, partendo dall'idea che la follia ci appartiene come possibilità e, come irruzione di una crisi, può costringerci a riflettere sugli aspetti alienanti della condizione sociale.

      Opere principali: L'istituzione negata, Conferenze brasiliane.

  • Gregory Bateson (1904-1980; antropologo e poliedrico pensatore britannico)

    • Mantenendosi al confine tra antropologia, psicologia e filosofia ha sviluppato la ricerca di un'ecologia della mente: l'idea di un nuovo rapporto tra natura e cultura, oltre l'arroganza e la strumentalità della tecnica e dell'ideologia dominanti in Occidente. Con il concetto di doppio vincolo, una rivoluzionaria interpretazione della malattia mentale come risposta problematica ad un ambiente contraddittorio, ha elaborato uno strumento critico di vasta portata per lo smascheramento delle comunicazioni mistificatorie.

      Opere principali: Verso un'ecologia della mente, Mente e natura.

  • Cornelius Castoriadis (1922-1997; filosofo, economista e psicoanalista greco-francese)

    • Psicoanalista ed economista, ha perseguito con lungimiranza e coerenza un pensiero in grado di giustificare e promuovere l'autonomia dell'individuo nel quadro di istituzioni radicalmente democratiche. Critico di ogni totalitarismo, compreso quello burocratico-comunista, ha mantenuto in tensione lo sguardo psicoanalitico con quello politico, cogliendo la centralità della dimensione immaginaria. Molti temi attuali della critica alla colonizzazione dell'immaginario vengono dalle sue riflessioni.

      Opere principali: L'istituzione immaginaria della società, La rivoluzione democratica.

  • E. Guy Debord (1931-1994; cineasta, pensatore, uomo politico francese)

    • Con la nozione di "spettacolo" ha centrato uno dei caratteri più significativi del modello unico di società che si è imposto: l'allontanamento della persona umana dall'azione attraverso una serie ininterrotta di rappresentazioni di fronte a un pubblico. Debord e il movimento situazionista hanno proposto delle alternative concrete per uscire dall'impasse della passività e dello spreco di vita vissuta in cui l'uomo è cacciato dalla sua condizione di spettatore.

      Opere principali: La società dello spettacolo, Commentari alla società dello spettacolo.

  • Michel Foucault (1926-1984; filosofo francese)

    • Sulla scorta di Nietzsche e, più in generale, dei maestri del sospetto, recupera un'indagine genealogica, volta a riscoprire le basi concettuali che si celano dietro alle pratiche fondamentali della modernità. In particolare, la sua analisi del potere ha mostrato come esso si radichi in ogni più piccolo interstizio della società, a cominciare dalle relazioni quotidiane tra gli individui.

      Opere principali: Storia della follia nell'età classica, Sorvegliare e punire, Microfisica del potere.

  • Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994; matematico ed economista rumeno)

    • Ponendo le basi di una nuova scienza, la "bioeconomia", ha mostrato gli stretti legami esistenti tra le attività economiche intraprese dall'uomo e i processi biofisici che sorreggono la vita sulla Terra, in particolare la legge dell'entropia. L'uso smodato di risorse non rinnovabili e l'inquinamento stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Ciò esige cambiamenti radicali dei processi di produzione e di consumo.

      Opere principali: Analisi economica e processo economico, Energia e miti economici.

  • Ivan Illich (1926-2002; filosofo e critico sociale austriaco)

    • A partire da una formazione religiosa ebraico-cristiana e attraverso un lungo percorso, conclusosi col distacco, all'interno dell'istituzione ecclesiastica, ha sviluppato con coraggio ed originalità un pensiero radicale: le sue critiche alle professioni "menomanti", all'induzione commerciale dei bisogni, alla mercificazione della vita, così come i suoi concetti di disoccupazione creativa, convivialità, ecologia delle relazioni hanno anticipato e alimentato grande parte del pensiero anticonsumista ed ecologista contemporaneo.

      Opere principali: Le professioni mutilanti, Per una storia dei bisogni, La convivialità.

  • Herbert Marcuse (1898-1979; filosofo e critico sociale tedesco)

    • Vede in tempi non sospetti, forte della sua esperienza negli USA, i pericoli di una nuova tirannia. La società industriale odierna sfrutta la tecnica per costruire sistemi di controllo sempre più repressivi e invisibili a cui si affiancano quale finta contropartita libertà apparenti che non vanno mai a ledere gli interessi dominanti. Nella democrazia e nell'opulenza si annida la tirannia che riduce l'uomo a una dimensione preda del più cieco conformismo incapace di produrre un pensiero davvero critico. Una "democratica non-libertà", una dolce servitù.

      Opere principali: L'uomo a una dimensione, Eros e civiltà, Critica della società repressiva.

  • Karl Polanyi (1886-1964; sociologo ed economista ungherese)

    • Un vero pensatore rivoluzionario che centra il vero nocciolo del problema: il capitalismo ha il carattere peculiare di riuscire ogni volta a risorgere dalla proprie ceneri. L'economia liberista e il capitalismo selvaggio stanno erodendo pian piano i tessuti sociali, l'ambiente circostante, l'essenza intima dell'uomo. L'autoregolamentazione dei mercati è un falso dogma. Bisogna rallentare il ritmo del cambiamento, che è in nostro potere, e detronizzare una volta per tutte l'economia dal centro della società.

      Opere principali: La grande trasformazione, La libertà in una società complessa, Economie primitive arcaiche e moderne.